03 giugno 2006

La risposta è nel Sole e nel vento

IL FUTURO DELL'ENERGIA

La domanda di energia in tutto il mondo cresce sempre più: da qui al 2020 si stima che l’aumento del consumo energetico mondiale sarà di circa il 60%.
Questo perché la popolazione umana sta crescendo, stanno diventando sempre più grandi le zone urbane, e paesi popolatissimi come la Cina e l’India sono in pieno boom economico, con conseguente aumento del benessere e quindi del consumo.

Ma il nostro pianeta è sempre più inquinato a causa dell’uso massiccio di combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) e questo determina gravi problemi ambientali e climatici. Inoltre i combustibili fossili sono risorse limitate; il petrolio potrebbe scarseggiare già fra qualche anno, e la sua minore quantità ne farà impennare il costo, come del resto sta già accadendo. Si moltiplicheranno le guerre per il suo possesso, aumenterà l’instabilità nei luoghi in cui viene estratto (Golfo Persico, Nigeria, Venezuela..)

Se l’uomo vuole continuare ad avere energia disponibile e contemporaneamente non devastare irrimediabilmente il pianeta, deve trovare un rimedio.
Che fare allora?
Le soluzioni esistono, e vengono dal vento e dal Sole.
L’energia solare e quella eolica, definite “rinnovabili”, oltre a non provocare inquinamento né gravi rischi ambientali (non richiedono la costruzione di oleodotti né di gasdotti, non producono fumi), non creano neanche tensioni geopolitiche.
Inoltre permettono l’accesso all’energia a chi non l’avrebbe (a riguardo c’è l’esempio della Mongolia, dove migliaia di persone che vivono in baracche hanno ora accesso alla luce, alla radio e alla tv grazie ai pannelli istallati sui tetti delle loro “case”).

Ma vediamo in breve questi due tipi di energia inesauribile.

L’ENERGIA SOLARE.
Copre oggi soltanto l’1% della domanda di energia elettrica mondiale, anche se dagli anni ’90 il suo utilizzo cresce a ritmi del 30%.
Viene prodotta utilizzando le celle fotovoltaiche* che possono essere di diverso tipo e che soprattutto hanno una diversa resa.
Le celle di prima generazione, quelle maggiormente utilizzate, hanno una bassa efficienza (cioè soltanto una piccola percentuale dell’energia luminosa captata viene trasformata in energia elettrica), mentre quelle di terza generazione, su cui si sta ancora studiando (e che non saranno pronte prima di 40 anni) saranno (forse) in grado di sfondare la barriera del 60% di efficienza.
Alcuni laboratori di ricerca stanno lavorando alla creazione di enormi specchi che, concentrando i raggi del Sole, sarebbero in grado di produrre calore il quale poi alimenterebbe un generatore.
E ancora, un’altra frontiera è quella di stendere minuscole particelle di semiconduttore su pellicole sottili; questo permetterebbe al solare di diventare molto economico e competitivo.

Tuttavia nei prossimi anni saranno ancora le celle di prima generazione ad essere maggiormente usate, ponendo però dei problemi: richiedono per la loro costruzione una certa quantità di silicio (materiale richiesto massicciamente anche nel campo della microelettronica)ed altri materiali come metalli pesanti e superconduttori che sono nocivi alla salute. Inoltre serviranno anni di produzione prima che si riesca a coprire i costi dell’estrazione di silicio (anche se, come già detto, la ricerca scientifica sta lavorando a pannelli sempre più efficienti e costruiti con materiali meno nocivi e più economici).

Sono questi i problemi del foto-voltaico, oltre al fatto che per sopperire al fabbisogno mondiale di energia bisognerebbe coprire con pannelli solari superfici molto estese del pianeta; (si consideri che per soddisfare la domanda di energia elettrica di tutti gli USA servirebbero 26 mila chilometri quadrati di pannelli..un’area più o meno grande come la Sicilia o il Piemonte).
A riguardo però ci sono delle importanti soluzioni: ricoprendo gli edifici delle città con celle solari, si renderebbero autonome dal punto di vista energetico abitazioni, uffici, e magari anche industrie.

In alcuni casi i pannelli potrebbero addirittura sostituire i materiali da costruzione tradizionali. In Danimarca una città è stata costruita interamente in questo modo, con pannelli solari posti su ogni edificio, e si è raggiunta la completa autonomia energetica..
Chiaramente più le celle saranno efficienti (e verso questo la ricerca sta puntando) minori superfici andranno coperte per produrre energia. Ma il dato da sottolineare è che in uno stato come gli USA, per arrivare all’autosufficienza energetica basterebbe coprire con pannelli meno del 25% dei tetti e delle sedi stradali dei centri urbani. (dati: National Geographic- agosto 2005)

ENERGIA EOLICA.
E’ progredita molto negli ultimi vent’anni, rivelandosi in molti casi come la tecnologia meno costosa. Nell’ultimo decennio (dati del 2003) la capacità globale dell’eolico è cresciuta a un tasso annuale del 30%, producendo energia elettrica in 45 paesi del pianeta. L’Europa è all’avanguardia, e ancora una volta è la Germania ad essere fra i paesi più avanzati. In questo paese dopo il disastro di Cernobyl del 26 aprile 1986 (leggi Carta Vetrata - numero zero)è cresciuta una forte opposizione al nucleare che ha portato a un forte sviluppo nel settore delle energie rinnovabili.
Nel 1990 il governo ha promulgato una legge che permette ai privati di vendere agli enti di servizio la propria energia rinnovabile prodotta (con pale eoliche o con celle solari), a prezzi competitivi. Questa misura ha fatto crescere in maniera esponenziale l’uso dell’eolico in Germania.

Le nuove frontiere dell’eolico sono la costruzione di pale sempre più efficienti (che sappiano seguire la direzione del vento per essere sempre utilizzabili), di pale sottomarine che sfruttino le correnti, e ancora la costruzione di pale in mezzo al mare, dove il vento è più forte..

In Danimarca, dove l’eolico soddisfa circa il 20% della domanda energetica nazionale, è stata costruita la pala eolica più grande del mondo; è alta 183 metri ed è in grado di fornire, da sola, energia per 5000 abitazioni.

Anche l’eolico, come il solare ha i suoi svantaggi.
Ad esempio la moria degli uccelli, che vengono colpiti dalle pale in movimento..
A riguardo però manca ancora uno studio scientifico approfondito che mostri la consistenza di quest’impatto. Che le pale siano una causa di mortalità tra i grossi uccelli veleggiatori (rapaci, cicogne, etc.) è un dato di fatto; ma non è chiaro se tale mortalità abbia effetti sul trend della popolazione, e quindi se sia contraria alla sua conservazione, o rientri in un livello di mortalità compensatoria e quindi sostenibile dalle singole specie.

Altro problema: la compatibilità con l’ambiente. Spesso, (e ultimamente anche in Sardegna e in Toscana), una parte della popolazione locale si manifesta contraria alla costruzione di pale “nel loro cortile”, con la motivazione che sono brutte.. Ecco allora che governi come quelli danese e tedesco si sforzano affinché le centrali vengano costruite in mare, dove inoltre c’è più vento.
Ma è chiaro che alcuni sacrifici anche in termini di impatto visivo andranno fatti; se è vero che è brutta una pala di metallo svettante fra verdi colline e prati fioriti, è anche vero che lontano da quelle verdi colline si continua ad estrarre e bruciare petrolio, carbone, con la conseguenza che il pianeta è sempre più inquinato

IN ITALIA?
Sia sul solare che sull’eolico siamo ancora indietro, con cifre piuttosto basse di produzione energetica..
Tuttavia si inizia a parlare di rinnovabili anche a livello istituzionale e il 28-7-2005 è stato varato un decreto ministeriale (art.7 comma 1 D.lgs 29-12-03 n.387) che incentiva la installazione di impianti per energia solare.

Come dimostra l’esperienza della Germania, il modo per far decollare lo sviluppo delle energie rinnovabili è creare un collegamento con la rete energetica nazionale: in questo modo ogni singolo (per esempio una persona che vive in una casa alimentata da pannelli), può vendere agli enti di servizio (da noi sarebbe l’enel) l’eccesso di energia da lui prodotto, a prezzi competitivi.

Questo incentiverebbe di molto l’uso di energie rinnovabili nel nostro paese, che peraltro essendo molto più esposto al Sole di quanto non sia la Germania e i paesi del nord, avrebbe dal solare importanti risultati.
(E anche il vento, in determinate località, è piuttosto forte).
Altra cosa che in Italia manca è un forte sostegno alla ricerca, che da noi è molto attiva nel settore del solare, con riconoscimenti internazionali.
(Da sottolineare che a Serre, vicino Salerno, esiste una delle centrali solari più grandi del mondo).
La ricerca è fondamentale per lo sviluppo delle energie rinnovabili ma i fondi ad essa destinati continuano ad essere tagliati (nei soli cinque anni di governo Berlusconi i fondi alla ricerca sono stati tagliati in modo scellerato).

NEL MONDO
Il ritmo di crescita delle energie rinnovabili dipenderà dalle decisioni politiche dei vari governi ma anche dai grandi settori industriali che forniscono idrocarburi..

L’industria dei combustibili fossili, i governi dei paesi produttori di petrolio, i più grandi consumatori di greggio (Usa e Cina), pongono una forte opposizione allo sviluppo delle energie pulite.

Ma di fronte all’enorme macchina che costruisce nuovi oleodotti nel mondo, che fa spostare centinaia di petroliere negli oceani ogni giorno, si deve lavorare controcorrente operando nel locale, rendendo via via sempre più autonomi paesi, città, interi stati, dall’energia prodotta bruciando combustibili fossili.

I segnali sono abbastanza positivi a riguardo, e le tecnologie per le energie rinnovabili iniziano ad attrarre i grandi capitali di multinazionali come la Shell e la BP, che investono milioni nello sviluppo del settore.

Il fatto che anche i padroni dell’energia si stiano muovendo per porre il loro controllo sulle energie rinnovabili è una prova in più del fatto che l’era del combustibile si avvia al tramonto.

Bisognerà vigilare però sullo sviluppo di queste nuove energie, per evitare che diventino ancora una volta beneficio e fonte di ricchezza per pochi.
Ma il solare e l’eolico, per la loro possibilità di utilizzo in ogni luogo della Terra sono a riguardo davvero rivoluzionarie e potrebbero costituire una base di partenza per un mondo meno ingiusto.

-Lorenzo Pasqualini-

Fonti:
- Le Scienze, numero 453 (maggio 2006)
- National Geographic (agosto 2005)
- “State of the world-2003” (Janet Sawing)

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