Un traghetto appena salpato e diretto ad Olbia, in Sardegna, di nome “Moby Prince”, colpì in pieno una petroliera dell’Agip che si trovava alla fonda, la “Agip Abruzzo”.
Lo scontro fu tremendo e il traghetto, investito dal petrolio fuoriuscito dalla falla apertasi nella petroliera, iniziò a bruciare come una torcia.
Morirono 140 persone, solo un uomo riuscì a salvarsi.
La versione ufficiale dell’accaduto è la seguente: quella sera c’era una fitta nebbia davanti Livorno e inoltre era in corso una importante partita di calcio (precisamente la finale di coppa UEFA Juventus-Barcellona), che l’equipaggio della Moby stava seguendo in tv; dunque la nebbia e la disattenzione sarebbero state le cause della tragedia, oltre a qualche difetto nel sistema radar…
Questa la versione ufficiale, data dalla capitaneria di porto di Livorno solo 10 giorni dopo il disastro, e confermata dal processo durato per due anni, terminato nel 1997 con l’assoluzione di tutti gli imputati (uomini della petroliera e responsabili dei soccorsi, arrivati con molto ritardo).
(nella figura: prima pagina
di un quotidiano, 11 aprile 1991)
Ma sono tanti i punti oscuri su cui non si è affatto indagato, se non in modo superficiale, e sono tante le stranezze di quella tremenda notte, tanto che leggendo libri-denuncia come quello di Enrico Fedrighini “Moby Prince, un caso ancora aperto”, che hanno fornito prove grazie alle quali il processo verrà riaperto (notizia del 13ottobre), fanno apparire quella storia come un incredibile e intricato giallo internazionale. Ma vediamo qualcuno dei punti più importanti che smontano la tesi della fatalità e della distrazione dell’equipaggio.
(nella foto: il Moby Prince a incendio domato )
PRIMO. Da numerose testimonianze risulta che quella notte non c’era affatto nebbia sul mare davanti Livorno.
SECONDO. Non c’era nessuna televisione nella plancia di comando del Moby Prince, e quindi anche la tesi della partita “distrattrice” sarebbe falsa.
TERZO. Da alcune barche ancorate in rada furono viste delle navi allontanarsi rapidamente dal luogo della collisione, mentre già il Moby bruciava. Perché non prestarono soccorso? E soprattutto che ci stavano a fare lì, quando ufficialmente non dovevano esserci?
QUARTO. Da un’analisi attenta risulta che il Moby Prince colpì la petroliera mentre tentava di rientrare in porto, e non mentre se ne allontanava! Perché questo dietrofront?
QUINTO. La “scatola nera” posta sul timone del traghetto scomparve dal relitto, così come fu stranamente tagliato il nastro amatoriale girato da un passeggero del traghetto, poi morto nell’incendio, proprio nei minuti del disastro.
SESTO. Quella sera, nella rada del porto di Livorno, c’erano ben 6 navi militari americane, impegnate in un’operazione di sbarco di armi: vicino Livorno infatti c’è la grande base USA di Camp Derby, dove sono ancora oggi stoccate migliaia di armi e mezzi militari americani. Quelle navi erano appena tornate dalla guerra del golfo, conclusasi un mese prima. (la prima guerra del golfo s’è svolta dal gennaio al marzo del 1991).Ma quell’operazione non doveva avvenire di notte. E poi gli americani avevano annunciato la presenza di sole tre navi, mentre oggi sappiamo che ce n’erano sei!
SETTIMO. Nei momenti dell’incendio molti testimoni videro un elicottero volteggiare sulla zona prima di scomparire. L’elicottero non era né dei soccorsi né delle forze armate italiane. A chi apparteneva? Dopo quindici anni ancora non lo sappiamo, e gli americani della base di Camp Derby non hanno mai permesso agli italiani di indagare sugli elicotteri parcheggiati nella base.
OTTAVO. I radar delle navi di soccorso andavano in tilt appena si avvicinavano alla zona della collisione. Perché?
NONO. Un’altra nave, descritta dall’equipaggio della petroliera come un peschereccio bianco, venne vista attraversare rapidamente le acque del porto quella sera. Ma che ci faceva un peschereccio di notte, in mezzo a tante navi militari?
DECIMO. Con certezza si sa che nell’aprile del 1991 era ancorato nel porto di Livorno il peschereccio “21Ocktobar II”, una nave regalata dallo stato Italiano alla Somalia per aiutare (nel quadro della cooperazione) questo paese africano fornendogli mezzi.
Ufficialmente la nave era in riparazione, ma il pomeriggio del 10 aprile fu vista una bettolina rifornire i suoi serbatoi. Perché? Che fosse proprio la “21 Octobar II” la nave bianca vista correre nel mare quella sera?
UNDICESIMO. La nave 21Ocktobar II, sarà oggetto due anni dopo di un’ indagine giornalistica da parte di Ilaria Alpi, giornalista del Tg3, uccisa poi nel marzo del 1994 a Mogadiscio, capitale della Somalia, assieme al cineoperatore Miran Hrovatin. Una delle ipotesi più accreditate , per non dire certe, è che Ilaria Alpi sia stata
uccisa perché aveva scoperto con la sua indagine giornalistica qualcosa che NON DOVEVA SAPERE: e cioè un traffico d’armi fra Somalia ed Italia che avveniva utilizzando le navi della cooperazione, ufficialmente dei pescherecci. Fra questi pescherecci c’era pure la 21OcktobarII.
Ilaria Alpi sarebbe stata uccisa perché con la sua indagine aveva scoperto qualcosa di enorme, in cui c’entravano i militari americani, lo stato italiano, e i 140 morti del Moby Prince? Naturalmente, essendo il processo aperto, queste sono “soltanto” ipotesi.I punti che ho elencato sono però dati di fatto.
(per qualche dato in più vai su:
http://www.diario.it/index.php?page=cn05071549P.S.
Il processo sul Moby Prince è stato riaperto, e stavolta a disposizione dei magistrati ci saranno anche delle nuove prove: SONO 5 FOTO SATELLITARI scattate da stazioni satellitari tedesche e spagnole la mattina del 10 e dell’11 aprile proprio sopra la zona di Livorno.
Non furono prese in considerazione, all’epoca, ma oggi potrebbero SERVIRE A far luce sui misteriosi movimenti che avvennero quella sera, e far chiarezza suquesta ennesima pagina nera della storia d’Italia .
- Lorenzo Pasqualini-
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